Carissimo
lettore, credo che oggi converrai con me, che non è facile restare otto anni in
un letto, e stiamo parlando di circa 2000 anni fa! Lascio a te pensare ai tanti
problemi sanitari e di igiene personale.
Leggiamo,
infatti, questo episodio:
Là
trovò un uomo di nome Enea,
che
da otto anni giaceva paralitico in un letto.
Pietro
gli disse: «Enea, Gesù Cristo ti guarisce;
alzati
e rifatti il letto». Egli subito si alzò.
Questa mattina ancora una
volta il Signore vuole che tutti noi consideriamo la sua mano all'opera, e
possiamo riconoscere l'amore di Dio e la sua gloria. Pietro andava dappertutto,
girava ogni paese dove lo Spirito Santo gli faceva sentire di andare. In questo
brano Pietro si trovava a Lidda e qui vi trovò un uomo che per otto anni era
allettato.
Non so quanta esperienza tu possa
avere con gli ammalati immobili in un letto, posso assicurarti che non è una
bella cosa né per lui né per chi lo circonda. È una vita di sofferenza, perché
oltre al suo male doveva difendere il suo corpo dalle piaghe o ulcere da
decubito, che, posso garantire, sono molto dolorose. Ancora oggi si fa fatica a
combattere queste ferite, si cerca in tutti i modi e con tutti i mezzi di
evitare che il corpo di un paralitico arrivi a questo stato. Caro mio, so di
cosa sto parlando, ho lottato per anni contro le piaghe di persone malate e ti
assicuro che ci vuole tanto, tanto amore per la guarigione. Con l'aiuto di Dio
più volte ho visto grandi risultati con queste piaghe per la gioia immensa
dell'ammalato che gridava alla vittoria!
Amico mio, posso chiamarti
così, qualunque sia la tua vita oggi, il tuo male fisico, quel che sento di dirti
non aver paura, non ti abbandonare, oggi non abbiamo più Pietro, ma abbiamo
Gesù che è al di sopra di ogni apostolo. Si, voglio parlarti proprio di Gesù:
lui libera, guarisce, risuscita anche i morti. Io non so se tu vivi in un letto
come quest'uomo o hai una brutta malattia che ti costringe a stare fermo, forse
stai pensando che la tua vita è finita. Ti prego, non ascoltare questo pensiero
perché oggi, se tu vuoi, può incominciare una vita nuova, una vita con Gesù.
Forse eri una atleta, un
calciatore, un ciclista, uno che faceva lotta marziale o una ballerina e la
malattia ti ha bloccato nel momento più bello della tua carriera. Posso capire
come ti senti, è una grande ferita nella tua vita, sì, hai ragione, ma permettimi
di dirti, no! La vita non è finita, non sei morto, la partita è ancora aperta,
perché oggi c'è Gesù, il grande Mister, l’Insegnante, il grande Maestro. Tutto
quello che devi fare è mettere la tua fiducia in Lui, posso anche capire la
rabbia che c'è in te, so che sei arrabbiato anche con Lui e con la tua stessa
vita. Scusami, ma io insisto, io non ti lascio, io continuo a dire che Gesù è
la tua salvezza, il tuo guaritore, la tua forza, la tua vita.
Scusami ancora, non conosco il
tuo nome ma Gesù sì, dipende da te credere o non credere. Ti prego, amico mio,
allontana quella rabbia che c'è in te, ricordati che Gesù conosce il tuo nome e
ti vuole chiamare oggi. Rispondi: Signore aiutami! Dillo con tutto il tuo
cuore. Lui è fedele e ti ridarà la tua vita e la tua gioia.
Dio ti
benedica!
Evangelista Vincenzo
Fasciano
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